Prestiti cambializzati per dipendenti pubblici
Prestiti cambializzati per dipendenti pubblici, privati e lavoratori autonomi: come fare nel 2015
I prestiti cambializzati sono forme di finanziamento a cui possono accedere lavoratori con o senza busta paga, così come i protestati e i cattivi pagatori. Questa tipologia di prestito rappresenta la soluzione migliore anche per i dipendenti pubblici, privati e per i lavoratori autonomi. La particolarità sta nel fatto che il rimborso del capitale erogato non avviene mediante bollettini, ma con cambiali che rappresentano la garanzia principale per l’ente che eroga il debito.
Prestiti cambializzati per dipendenti pubblici, privati e lavoratori autonomi: procedure per accesso al credito
Il prestito cambializzato prevede per i dipendenti pubblici e privati la possibilità di ottenere un finanziamento fino ad un massimo di 80.000 euro in base alla retribuzione, al Tfr e alla polizza vita. Questo tipo di prestito rientra tra i non finalizzati perché il soggetto richiedente non deve giustificare i motivi alla base della richiesta di capitale. La cambiale, inoltre, deve presentare un’imposta di bollo in quanto è un titolo esecutivo: se il soggetto beneficiario non dovesse pagare il debito, l’istituto bancario potrà rivalersi sui beni. Come funziona esattamente il prestito cambializzato? Il soggetto richiedente riceve un blocchetto di cambiali: ognuna rappresenta una rata mensile. La somma di tutte le cambiali dà luogo al capitale massimo erogabile che può essere rimborsato fino ad un massimo di 120 mesi, ovvero 10 anni. I dipendenti pubblici e privati possono richiedere un prestito cambializzato solo se possiedono determinati requisiti: due anni di Tfr maturato e due anni di lavoro presso la stessa azienda.
Ai prestiti cambializzati possono accedere anche i lavoratori autonomi che risultino, però, titolari di una polizza assicurativa vita da almeno tre anni ed una retribuzione regolare che permetta il pagamento della cambiale. Questa tipologia di finanziamento prevede l’erogazione di un importo minimo di 2.500 euro fino ad un massimo di 31.000 euro. Il contratto presenta una durata compresa tra i 48 mesi e i 120 mesi, ovvero dieci anni.
Quando a richiedere questa tipologia di finanziamento è un lavoratore autonomo che non presenta uno stipendio elevato o garanzie sufficienti per il contratto, allora bisognerà affidarsi ad un garante per la stipula del finanziamento cambializzato. Qualora non ci fosse la possibilità di presentare una terza persona, il soggetto richiedente potrà fornire come garanzia un bene immobile su cui la banca potrebbe rifarsi in caso di mancato pagamento del debito residui.
Ricapitolando, il prestito cambializzato può essere richiesto da dipendenti pubblici, privati e da lavoratori autonomi che possono fruire della cambiale come modalità di pagamento. Il valore della cambiale, che rappresenta la rata mensile, cambia a seconda della retribuzione mensile del soggetto richiedente. Ovviamente il capitale massimo erogabile cambia a seconda della garanzia ulteriore offerta dal lavoratore: i dipendenti pubblici e privati presenteranno il Tfr, mentre i lavoratori autonomi un premio della polizza assicurativa.
L’importo massimo erogabile per i dipendenti pubblici è di 80.000 euro, per i dipendenti privati è fino a 35.000 euro e per i lavoratori autonomi fino a 31.000 euro.
Oltre ai requisiti, il dipendente pubblico e privato o il lavoratore autonomo devono presentare, all’atto della stipula del contratto, una ricca documentazione:
- ultima busta paga o CUD che riporta retribuzione e almeno due anni di servizio presso la stessa azienda;
- modello 730 per i lavoratori autonomi;
- garanzia del TFR maturato;
- certificato di polizza a vita da almeno tre anni dal momento di richiesta del finanziamento.