Prestito rifiutato: quando inviare una nuova richiesta?

Posso inviare una nuova richiesta di prestito se la precedente è stata negata?

Prestito rifiutato: cosa fare e come comportarsi se una richiesta di finanziamento viene negata dall’istituto bancario o dalla finanziaria. La situazione dei prestiti in Italia è in costante miglioramento dopo anni di grande difficoltà, nel corso dei quali le imprese del settore creditizio hanno notevolmente ristretto i criteri di accesso ai finanziamenti.
Se però il credit crunch degli anni passati si è notevolmente allentato, la politica di banche e finanziarie continua ad essere improntata ad una notevole prudenza. Un atteggiamento che deriva in particolare dalla grande mole di crediti deteriorati che grava sul settore, ovvero quei prestiti che non sono stati onorati dai clienti, a causa di sopravvenute difficoltà. Può così accadere che una richiesta di prestito venga rigettata dall’ente cui l’utente aveva deciso di rivolgersi. Cosa accade in questi casi? E’ possibile fare nuovamente domanda di prestito e, in caso affermativo, conviene rivolgerla allo stesso soggetto o sarebbe consigliabile cercare delle alternative?

Cosa fare se la prima domanda di prestito è stata respinta?

Come abbiamo già ricordato, non è raro il caso in cui una prima domanda di prestito sia rigettata dalla banca o dalla finanziaria cui ci si era rivolti per ottenere un finanziamento. In tal caso, si può senz’altro provare a presentare una seconda richiesta, ma tenendo ben presente che la banca cui si è rivolti in prima istanza sarebbe immediatamente da scartare.
A tal proposito, occorre ricordare che ogni impresa del settore creditizio adotta una sua personale politica, nella quale i criteri di accettazione delle richieste possono allargarsi o restringersi in base a valutazioni del tutto autonome. Può così accadere che la stessa identica domanda sia respinta da un ente erogante, per essere invece accettata da un’altro.

Quali possono essere i motivi del rifiuto?

Prima di avanzare una seconda richiesta ad altro soggetto, il consumatore dovrebbe però avere cura di informarsi sui reali motivi che hanno spinto la prima banca o finanziaria a rigettare la domanda. In tal modo si può infatti cercare di porre rimedio e, magari pensare a strade alternative che presentino una maggiore probabilità di riuscita.
A tal proposito si può affermare che tra le motivazioni addotte dalle imprese del settore creditizio per non concedere il finanziamento ridotto, le più frequenti sono quelle relative alla situazione lavorativa del richiedente, una storia tormentata nel rapporto con le banche o il fatto di essere già alle prese con un prestito di cui si stanno pagando le rate mensili.
Il primo caso è sempre più frequente in un Paese come il nostro alle prese con una vera rivoluzione nel mondo del lavoro. Il Jobs Act, unendosi alle leggi varate in precedenza, ha infatti in pratica eliminato il tradizionale posto fisso e aperto la strada ad una precarietà sempre più diffusa. La mancanza di un contratto a tempo indeterminato rende di conseguenza sempre più aleatoria la sicurezza di avere uno stipendio alla fine del mese cui appoggiarsi per pagare la rata di un prestito.
Ancora più problematico per banche e finanziarie è poi il discorso relativo alla segnalazione del nome del richiedente presso uno dei tanti elenchi di cattivi pagatori presenti in Italia. Chi ha creato problemi o addirittura non onorato l’impegno di rientro siglato a livello contrattuale nel corso di un prestito precedente non può naturalmente trovare ascolto presso un settore che esige sicurezze per poter prestare soldi. Una sicurezza che verrebbe ad essere intaccata anche nel caso in cui il richiedente, pur avendo una situazione tranquillizzante in termini lavorativi, abbia già in piedi un altro prestito. In tal caso, infatti, potrebbe alla fine trovarsi in difficoltà nell’onorare entrambi i finanziamenti, eventualità che le imprese assicurative devono tenere nel debito conto.