Prescrizione debiti Inps, Equitalia, Commerciali e privati
Prescrizione o dilazione: il bivio
C’è un limite alla riscossione dei crediti, nella fattispecie, un limite temporale. Il legislatore stabilisce infatti un termine perentorio oltre il quale il creditore non può esercitare i suoi diritti. Si tratta di una eventualità che favorisce il debitore, ovviamente, ma che comunque nasconde alcune insidie per l’una e per l’altra parte.
In primo luogo la prescrizione è un concetto articolato e fumoso. Ciascuna forma di credito Infatti ha i suoi termini temporali, che sono spesso arbitrari. Ad ogni modo, il legislatore ha disciplinato accuratamente tutti i casi possibili, dunque è sufficiente informarsi.
In secondo luogo è incoraggiato un approccio proattivo da parte del debitore. Nessun giudice dichiarerà spontaneamente che un debito deve essere prescritto, né la prescrizione è automatica. Il debitore dovrà informarsi e chiedere la decadenza dei debiti per avvenuta prescrizione. Si tratta spesso di un’azione in grado di salvare le situazioni più disperate, dal momento che l’alternativa è rappresentata dall’obbligo di pagare pesanti cartelle esattoriali (la cui entità dipende soprattutto dagli interessi di mora).
Infine è molto facile cadere in errore. Di frequente il debitore non immagina di poter chiedere la prescrizione debiti, ma di procedere con la richiesta di dilazione, ossia di rateizzazione allungata del debito. Ebbene, in questo caso si rinuncia de jure alla prescrizione, perdendo una possibilità di gran lunga più conveniente.
Prescrizione crediti: cosa comporta
Anche se il legislatore ha dimostrato una certa creatività nell’assegnazione dei termini ultimi, è possibile parlare di linee generali. Buona parte delle forme di credito è sottoposta a un termine di prescrizione di cinque anni. La prescrizione debiti, dunque, giunge dopo un quinquennio, un tempo tutto sommato abbastanza breve.
Alcune forme di finanziamento, però, sono sottoposte a termini più estesi. Quasi tutti i finanziamenti INPS, per esempio, sono caratterizzati da prescrizioni decennali. L’ente pensionistico ha quindi a disposizione dieci anni per recuperare le rate, un tempo che si rivela quasi sempre sufficiente ai fini della riscossione. Il discorso cambia se a vantare il credito è il contribuente. In questo caso (es. la richiesta di liquidazione della pensione) la prescrizione è assai più breve – cinque anni – e determina spesso l’impossibilità di riscossione.
Decennale è, in generale, anche la prescrizione debiti sul fronte “erariale”. Con questo termine, molto banalmente, si indicano le cartelle esattoriali di Equitalia. L’ente di riscossione può esercitare i suoi diritti entro dieci anni dall’emissione della cartella. Terminato questo periodo, il debito si estingue. In alcuni casi, magari molto travagliati dal punto di vista giurisprudenziale (es. quando ci sono cause in corso), è possibile che il debito venga cancellato per prescrizione. Non è un caso frequente, ma può accadere.