Factoring pro solvendo e pro soluto: differenze e opportunità
Factoring pro solvendo definizione
L’intervento di factoring prevede il coinvolgimento di tre soggetti:
- il cedente, ossia il creditore, che rappresenta l’impresa intenta a cedere i propri crediti commerciali;
- il factor: società che procede nell’acquisto dei crediti dall’impresa;
- i clienti dell’impresa creditrice, che, una volta informati della cessione, sono tenuti a pagare il debito al factor.
Attraverso il contratto di factoring, il factor compra i crediti commerciali di un’impresa, che fornisce dilazioni di pagamento ai suoi clienti. Il factoring si realizza in base a due modalità:
- il factoring pro solvendo: che si realizza quando il factor compra i crediti potendo contare sul diritto di rivalsa sul cedente nell’eventualità di mancato pagamento a opera del debitore.
- il factoring pro soluto: che si produce quando il factor conseguire i crediti in modo definitivo, ovvero senza diritto di rivalsa nell’eventualità di inadempienza a opera del soggetto debitore.
Factoring pro solvendo scritture contabili
Ma i criteri rispetto ai quali si sostanzia il factoring includono varie configurazioni. Possiamo avere il factoring con accredito anticipato, anche conosciuto come conventional factoring, nel quale il factor garantisce un servizio di gestione crediti e anticipa all’impresa creditrice una percentuale corrispondente a circa l’80% del controvalore dei crediti oggetto dell’intervento di factoring. Il resto è trattenuto per far fronte a potenziali resi, abbuono o fenomeni di contestazione.
In alternativa si può realizzare il factoring con accredito a scadenza:
- il factor si occupa del servizio di gestione crediti, che verranno erogati al cliente solo inseguito alla loro scadenza;
- factoring indiretto: il cliente della società factor è il debitore, il factor in questo caso si interessa di assicurare la solvibilità del debitore.